Verdello patria dell’esperanto

(L’eco di Bergamo, 27/05/2024)

Verdello sta diventando sempre più la patria bergamasca dell’esperanto, la lingua inventata dall’oculista polacco di origine ebraiche Ludwik Lejzer Zamenhof, alias «Doktoro Esperanto» (da Esperanto ossia
colui che spera), per far dialogare più facilmente tra di loro i popoli creando pace e comprensione. Nei giorni scorsi, con il gioco dell’oca in esperanto svoltosi nel parco di Villa Giavazzi (sede del municipio), si è chiuso il ciclo di eventi organizzati per festeggiare i 15 anni dall’inizio del corso di insegnamento della
particolare lingua tenuto alla scuola primaria di Verdello dal gruppo «Bergama EsperantoGrupo» membro della Fei (Federazione esperantista italiana). Si tratta dell’unica scuola della Bergamasca dove l’esperanto viene al momento insegnato. A promuoverlo inizialmente nel 2009 era stata l’insegnante Antonella Pignatiello che è andata in pensione due anni fa: «Prima però di ritirarmi – racconta – mi sono raccomandata con chi mi avrebbe sostituito (l’insegnante Katia Mezzapelle, ndr) che non avrebbe rinunciato all’insegnamento dell’Esperanto. E così fortunatamente è stato». L’Esperanto, le
cui regole grammaticali e i vocaboli sono stati presi da lingue indoeuropee (latino, italiano,
francese, tedesco, inglese, russo e polacco) e non (come il giapponese), è ritenuto molto importante innanzitutto perché propone ideali di fede e fratellanza.
E poi perché è stato provato da diversi studi che predispone gli alunni all’apprendimento delle lingue. Inoltre è giudicato un idioma facile da imparare: basta un mese di studio approfondito per iniziare a parlarlo. Il corso nell’anno scolastico che va a concludersi è stato tenuto da Carla Galizzi, presidente del «Bergama Esperanto-Grupo», e da Nadia Dobetti con la collaborazione di Gianni Del Pizzo. A conclusione del corso è stato prima organizzato per gli alunni un incontro con Lucia Spezzano, autrice del libro «Tri Fabloj per Rakonti», traduzione in esperanto del titolo «Tredici favole da raccontare». Sabato invece è stata la volta del gioco dell’oca con domande e indovinelli in esperanto: vince chi arriva alla casella finale ed è in grado di rispondere alla domanda conclusiva. E alla fine tutti i partecipanti hanno cantato, rigorosamente in Esperanto, l’«Inno della gioia» di Beethoven che è l’inno dell’Unione Europea. Gli alunni della scuola primaria di Verdello che quest’anno hanno concluso il corso di Esperanto sono della classe terza. Quando arriveranno in quinta dovranno sostenere l’esame di primo grado con la commissione d’esame dell’Istituto italiano di Esperanto. Dopodiché il «Bergama Esperanto-Grupo» ricomincerà con una nuova prima. I suoi membri non vogliono, però, che l’insegnamento della lingua inventata da Zamenhof rimanga confinata a Verdello: «Ecco perché dal prossimo anno scolastico – conclude Del Pizzo – abbiamo intenzione di coinvolgere le scuole primarie di altri paesi».

FEI